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Google vuole smettere di dipendere da Dolby Vision e Atmos e promuovere standard royalty-free: questo è Project Caviar

22 de Settembre de 2022

Attualmente, ci sono due formati HDR che fanno uso di metadati dinamici: HDR10+ e Dolby Vision, oltre alle loro versioni potenziate HDR10+ Adaptive e Dolby Vision IQ, che tengono conto anche dell’illuminazione esterna al televisore. Tuttavia, a differenza di HDR10+, i produttori devono pagare una tassa a Dolby se vogliono integrare la loro soluzione HDR sulle loro Smart TV.

È noto da tempo che Google ha tentato in precedenti occasioni di promuovere l’uso di standard royalty-free. Tuttavia, la tendenza del mercato verso l’uso della soluzione Dolby ha reso inutili i loro sforzi. Tuttavia, l’azienda non si arrende, e ha un nuovo piano per offrire alternative aperte conosciute internamente come “Project Caviar”.

Google considera standard video e audio aperti nel suo ecosistema

Secondo quanto riferito, la società ha condiviso i dettagli del suo piano con le principali case automobilistiche all’inizio di quest’anno. Queste informazioni sono emerse grazie a un video trapelato della conferenza stessa che è caduto nelle mani del media Protocollo, che hanno offerto un resoconto di quella presentazione.

Il piano non mira solo a offrire alternative esenti da royalty a Dolby Vision, ma anche a Dolby Atmos, lo standard audio multicanale che può essere trovato in molti televisori e stereo domestici. Dolby addebita un totale compreso tra 2 e 3 dollari per ogni prodotto venduto con Dolby Vision integratoanche se non si sa cosa addebita la società in merito a Dolby Atmos.

L’idea di Google è quella di utilizzare YouTube e Android come banner principali per cercare di offrire altre alternative allo standard Dolby. La piattaforma video non utilizza Dolby Vision o Dolby Atmos e nemmeno l’uso di Vision su sistemi Android è stato particolarmente importante.

In Android TV il problema è diverso, dal momento che i produttori che offrono televisori compatibili con questo sistema operativo dovresti usare questo standard se vogliono offrire un’esperienza completa nell’alta gamma dinamica, fatta eccezione per Samsung, che rimane fedele all’HDR10+.

Il rapporto afferma che Google utilizzerà i codec esistenti e che l’azienda “cerca di affermarsi come un ombrello” in cui possono essere protetti sia l’HDR10 + che l’audio 3D immersivo senza la necessità di addebitare ai produttori i canoni di licenza.

Per quanto riguarda l’esperienza audio 3D immersiva, il rapporto evidenzia anche il lavoro dell’Alliance for Open Media (AOMedia) per lo sviluppo di un nuovo formato chiamato “Immersive Audio Container”, che utilizza codec aperti. Google, come Amazon, Netflix o Samsung, è membro di questa associazione, che è stata essenziale per lo sviluppo di codec come AV1.

Il rapporto discute anche del fatto che Google vuole che i suoi dispositivi mobili Android siano in grado di acquisire video in formati premium esenti da royalty. Sebbene le date per la realizzazione di questo progetto non siano state ancora discusse, tutto indica che l’azienda vuole continuare a contribuire agli standard video aperti.